Organizzazione e
informatizzazione di informazioni storiche relative a movimenti franosi e ad
inondazioni censite nell'ambito del progetto GIANO per il periodo 1850-1899
Relazione finale
Che cosa è
il progetto GIANO
Nel marzo 1987 l’ENEA (PAS-ISP) ha affidato il progetto GIANO alla Società di ricerca SGA, Storia Geofisica Ambiente di Bologna, alla cui formulazione la SGA aveva direttamente partecipato assieme ai responsabili del progetto da parte ENEA: Mario Mittempergher, Diego Molin e Giorgio Magri. Il contratto di durata triennale ha riguardato la «Raccolta, analisi, elaborazione ed interpretazione di informazioni storiche sugli effetti prodotti da eventi naturali eccezionali in Italia, dall’anno 1000 al 1985». Le attività relative a questa ricerca si sono regolarmente concluse entro i termini previsti nel marzo del 1990, con la consegna di tutti i materiali raccolti e predisposti secondo le specifiche contrattuali.
Con il progetto GIANO l’ENEA intendeva iniziare una catalogazione a livello nazionale di dati riguardanti eventi naturali eccezionali storici in una finestra temporale di mille anni. Come è noto, i caratteri geografici, geologici e antropici dell’area italiana concorrono a rendere molto elevata la vulnerabilità del suo territorio: sulla base dei dati dell’ultimo secolo, in Italia si registra il numero maggiore di disastri di origine naturale in Europa e uno dei più alti del bacino del Mediterraneo.
L’analisi degli effetti degli eventi naturali sviluppata in una prospettiva storica e ambientale è di grande rilevanza, ma in Italia non era ancora affrontata in modo sistematico, specialmente per quanto riguarda la costruzione di serie storiche significative, atte a definire dove, con quale intensità e con quale frequenza tali eventi si sono verificati nel passato. Tali valutazioni sono ancor oggi essenziali ai fini di una corretta pianificazione dell’uso del territorio e per prefigurare scenari possibili.
L’obbiettivo posto era di considerare eventi ed effetti nei particolari contesti storico-ambientali, in grado di definire spazialmente e temporalmente un quadro il più possibile completo e attendibile delle dinamiche ambientali, specialmente in relazione con le manifestazioni estreme dei fenomeni naturali (eventi naturali eccezionali). La definizione di tale quadro richiede sia la ricerca e la raccolta su grande scala dei dati empirici, sia la relativa analisi storica, necessaria a dare un’affidabilità il più possibile elevata alle informazioni.
Le attività intraprese dall’ENEA con il progetto GIANO erano volte a colmare la carenza di tali informazioni e quindi a costruire
uno strumento essenzialmente costituito da basi di dati storici idoneo alla
pianificazione territoriale. per
giungere a valutazioni di pericolosità, analoghe a
quelle per cui si è pervenuti per i terremoti.
Obiettivo delle ricerche è stato anche di riconoscere, per aree campioni, le fasi climatiche interessanti in toto o in parte il territorio per lunghi periodi di tempo, le conseguenti dinamiche ambientali e le risposte antropiche. E’ risultato di particolare interesse l’individuazione di quelle a carattere globale o quantomeno europeo (piccola età glaciale), e le tendenze evolutive in atto del clima a fini previsionali a breve e medio termine. Questa parte di analisi è stato oggetto di uno studio specifico riguardante l’area del basso Po (Guidoboni, 1998).
Il percorso scientifico adottato per GIANO doveva essere in prospettiva articolato in varie fasi, di cui non tutto ovviamente da terminare nei primi tre anni, ma solo dopo il completamento delle ricerche di base. Tali fasi erano:
a. recupero della documentazione originale contenente le informazioni sugli eventi naturali eccezionali dall’anno Mille al 1985;
b. costruzione di basi di dati contenenti le informazioni estratte dalla documentazione originale;
c. costruzione ragionata di cataloghi descrittivi, che si ottengono conglobando e interpretando le informazioni al fine di fornire una descrizione il più possibile attendibile dell’accaduto;
d. costruzione di cataloghi informatizzati riguardanti gli eventi relativi a ciascun fenomeno; ogni evento viene definito e caratterizzato attraverso vari parametri: data, intensità, tipologia di danni, posizione geografica, durata, estensione, aree e/o località interessate.
Il percorso sopra delineato è stato interamente effettuato dalla comunità scientifica italiana solo per gli eventi sismici: per questo tipo di fenomeni si dispone, infatti, di un catalogo nazionale informatizzato che risponde allo scopo. Invece, per quanto riguarda tutti gli altri fenomeni d’interesse per l’ambiente, non esistevano e non esistono ancora -ad esclusione del progetto AVI per frane e inondazioni e limitatamente al '900 - cataloghi né parziali, né globali: con il progetto GIANO, l’ENEA aveva inteso quindi iniziare a riempire un vuoto di informazioni pressoché totale in Italia, intraprendendo un cammino di ricerca e di catalogazione che avrebbe dovuto prevedere una continuità di ricerca e di analisi, ma che si è interrotto dopo i primi tre anni di lavoro per cambiamento delle politiche di ricerca dell’ente.
Il progetto GIANO ha comunque potuto predisporre una prima, ampia base di informazioni che riguarda una nutrita serie di fenomeni accaduti.
Le principali manifestazioni dei fenomeni oggetto della ricerca svolta sono di natura:
– meteorologica, essenzialmente forti variazioni d’intensità e durata delle precipitazioni (piogge persistenti, siccità prolungate, grandinate, ecc.), delle temperature (gelate, calure, ecc.) e dei venti (tempeste, trombe d’aria, ecc.);
– meteo-climatico-geologica, generalmente in relazione alla combinazione contemporanea di fenomeni di varia natura come: piene, inondazioni, alluvionamenti, frane, valanghe, mareggiate, acque alte, erosioni, formazioni di bacini lacustri, interramenti, e così via.
Questa prima catalogazione di eventi di origine naturale è stata affrontata tenendo conto del nucleo concettuale espresso dalla recente storiografia ambientale. Tale consapevolezza metodologica, ispirata a una visione diacronica di lungo periodo dei sistemi ecologici umani, rende l’intero progetto assai lontano dal carattere deterministico di cataloghi di tradizione positivistica ottocentesca.
Dall’insieme di questi dati emergono due aspetti rilevanti:
1. serie cronologiche di eventi storici di origine naturale in grado di fornire interessanti elementi relativi alla vulnerabilità ambientale;
2. elementi di storia del clima: una prima griglia di dati da approfondire con ulteriori ricerche.
Va rilevato, inoltre, che GIANO si è posto una domanda difficile: come può essere definito "eccezionale” un evento di origine naturale avvenuto nel passato, e in contesti economici e sociali assai diversi da quelli attuali. L’immagine di tale vulnerabilità è inoltre filtrata dal sistema culturale coevo, che ne ha conservato la memoria (sia esso documentazione pubblica o privata). Si è ritenuto quindi che solo dall’analisi dell’interazione fra evento naturale e contesto storico-sociale sia possibile delineare la definizione corretta di evento eccezionale e che da tale analisi possono emergere le configurazioni, i parametri e le congiunture che individuano la relatività storica del concetto di eccezionalità.
Tenendo conto delle finalità del progetto e di questo primo approccio al problema, sono stati considerati eccezionali quegli eventi che sono risultati di rilievo, alla scala dei tempi storici, per la vita e i beni umani e pertanto degni di avere lasciato di sé una traccia nella memoria storica delle comunità locali. Per gli eventi dei secoli più vicini e fino ai nostri giorni, la molteplicità di informazioni è estremamente più varia e complessa, per cui si è posto, se mai, un problema di scala. In sintesi si è tenuto conto delle manifestazioni dei fenomeni naturali che attraverso la loro azione (intensità, durata, estensione) hanno prodotto:
– danni a persone, e/o a opere dell’uomo (manufatti, colture, beni culturali), e/o al patrimonio naturale (boschi, pinete, ecc.);
– effetti di rilievo sul terreno, generalmente consistenti in modificazioni significative dell’ambiente, per esempio: erosioni, franamenti, alluvionamenti, impaludamenti, fagliazioni superficiali.
GIANO offre ancora un bagaglio di informazioni di tutto riguardo, non essendo state sviluppate altre ricerche analoghe e con tanta sistematicità, benché in mancanza di esaustività, essendosi interrotto il progetto.
Con GIANO sono state analizzate e schedate 2.347 fonti e opere. Ciò ha comportato la lettura attenta dei testi, l’identificazione delle informazioni riguardanti eventi naturali in essi descritti, la loro estrazione e trascrizione o traduzione, la schedatura completa di tutti i dati contenuti nel testo d’interesse per la ricerca;
– nelle opere consultate (diverse delle quali
costituite da svariati volumi) sono sono state ricavate e georeferenziate 29.087 testimonianze di fenomeni ed
effetti delle categorie elencate nella tabella
1.
Dai
dati di Giano agli archivi AVI
Al fine di estendere all'indietro l'arco cronologico degli archivi AVI di frane e inondazioni la Direzione del GNDCI ha commissionato alla SGA la rianalisi secondo le specifiche del progetto AVI delle testimonianze relative a frane e inondazioni avvenute in Italia nei secoli XVIII e XIX, schedate ed elaborate per il progetto GIANO.
Il database a suo tempo predisposto da SGA per gestire i risultati della ricerca storica di GIANO era una raccolta organizzata di testimonianze georeferenziate e classificate secondo la tabella 1 e secondo una scala di effetti di danno a cose e persone. In quella fase del progetto non era prevista una aggregazione delle testimonianze di effetti per la creazione di un catalogo di eventi.
Obbiettivo dell'elaborazione è stata la rilettura delle testimonianze relative a frane e inondazioni accadute in Italia nel periodo considerato, per la creazione della griglia informativa prevista dagli archivi del progetto AVI.
Sono state elaborate circa 800 testimonianze georeferenziate ricavate da un totale (inondazioni e frane insieme) di 370 testi ricavati da 88 referenze bibliografiche (cataloghi, repertori, fonti, bibliografia scientifica ecc.) che interessano tutto il territorio italiano.
La rilettura delle testimonianze e la loro aggregazione cronologica e spaziale per eventi ha consentito di ricavare infomazioni circa la durata, l'estensione territoriale, i danni a persone, a beni, al patrimonio zootecnico e a quello agricolo, eventuali cause innescanti delle frane e delle inondazioni catalogate.
Questo procedimento di rilettura e di rielaborazione delle testimonianze di GIANO secondo le specifiche del progetto AVI ha messo in evidenza alcune rigidità dello schema di classificazione di AVI, più adatto per l'elaborazione di bibliografia scientifica o periodici d'informazione (su cui si è strutturata in passato la metodologia) piuttosto che per testimonianze storiche. Rispetto alla struttura delle tabelle di AVI, SGA ha proposto e concordato con il coordinamento le seguenti integrazioni.
avi_fp_bibliografia
- aggiunti due campi data di edizione (dal - al ) per opere non a carattere periodico. Il secondo campo contiene la data di edizione dell'opera (in uno o più volumi) quando unica, mentre possono essere riempiti ambedue i campi in presenza di opere la cui edizione si è protratta nel tempo.
- aggiunto un campo per la data completa di un periodico (es. 1876.03.12 per il numero del 12 marzo del 1876 di un quotidiano). Questa informazione stabilisce immediatamente la distanza temporale fra l'evento e la sua descrizione.
avi_x_amministrativo
- aggiunto un campo regione geografica/culturale per casi in estese aree sovra regionali, regioni geografiche o storico-culturali (es. Pianura Padana, Agro Romano, Terra di Lavoro ecc.).
avi_x_biblio_service
- aggiunto un campo con volume e numero di pagine relative alla porzione di testo in cui si descrivono gli effetti di frana o di inondazione schedati; questi riferimenti alle pagine si distinguono da quelli della tabella di bibliografia che si riferiscono all'intero testo schedato e che potrebbe contenere più eventi descritti;
- aggiunti due campi sul valore della testimonianza: codice e sua definizione (si veda tabella 2).
avi_p_danni_agricoltura
- aggiunto un campo per unità di misura di superficie storiche (es. miglio quadrato);
avi_p_località
- aggiunto un campo con il codice di località del database della SGA;
avi_x_piene/frane
- aggiunti due campi sugli estremi cronologici di eventi estesi nel tempo;
- introdotto da SGA e adottato
anche da AVI l'uso, in assenza di riferimenti precisi al mese, di codificare le
stagioni nel campo mese secondo la seguente tabella: 13 = primavera, 14 = estate, 15 = autunno,16 = inverno.
avi_x_val_monetarie
- aggiunto un campo per monete storiche (es. scudi romani);
I cataloghi prodotti dall'aggregazione cronologica e geografica delle testimonianze contengono rispettivamente 221 frane e 206 inondazioni.
Secondo l'originale classificazione messa punto da SGA (vedi tabella 2) le testimonianze storiche analizzate sono così distribuite:
Valore della testimonianza %
Fonti 53
Cataloghi 45
Bollettini 1
Informazione generica 1
A supporto delle elaborazioni sono stati predisposti 173 files in formato PDF delle immagini delle schede con le testimonianze analizzate. Per comprendere il rapporto fra il numero di files e altri numeri citati in precedenza si consideri che ciascun file può contenere testimonianze di più località e di più di un evento.
I risultati dell’informatizzazione dei dati di GIANO sono riportati secondo le specifiche AVI nella cartella (folder) “TABELLE FRANE E PIENE1850-1899” e “IMMAGINI1850-1899”
Referenze
bibliografiche
Guidoboni E., 1995 Dati di base e metodo di indagine: una navigazione fra effetti sismici e contesti storici, in E. Boschi, G. Ferrari, P. Gasperini, E. Guidoboni, G. Smriglio e G. Valensise, Catalogo dei forti terremoti in Italia dal 461 a.C. al 1980, pp. 20-57, Bologna.
Guidoboni E., 1998 Human factors, Extreme Events and Floods in the Lower Po Plaine (Northern Italy) in the 16th Century, Environment and History, 4, n.3, pp.279-308.
TABELLA 1 - ELENCO DELLE CATEGORIE DI FENOMENI E EFFETTI OGGETTO DELLA RICERCA DEL PROGETTO GIANO
Fenomeni atmosferici (piogge, nevicate, grandine,
venti, nebbie, temperature)
Fenomeni endogeni (terremoti, eruzioni vulcaniche, bradisismi)
Fenomeni relativi all’ambiente costiero e marino (maremoti, acqua alta, onde anomale)
Fenomeni relativi a bacini lacustri (onde anomale)
Fenomeni astronomici (caduta di Meteoriti, perturbazioni magnetiche ed elettriche)
Cambiamenti Morfologici (rotture del terreno, sollevamenti e avallamenti del tereno, frane, valanghe)
Fenomeni relativi a corsi d’acqua (magre, piene, alluvioni,
erosioni, variazioni d'alveo)
Fenomeni relativi alle acque sotterranee (variazioni di portata delle
sorgenti e di livello dei pozzi, comparsa e scoparsa di sorgenti)
Invasioni di Cavallette e altri insetti
Fenomeni relativi all’ambiente marino (fenomeni algali e
mucillagini, moria di pesci e altri organismi)
Modificazioni alla linea di costa (erosione, avanzamento, comparsa o scomparsa di isole e laghi costieri)
Esalazioni o fuoriuscite di gas
Incendi
Fuochi di Sant’Elmo
Fenomeni incogniti
Tabella 2 - Classificazione messa punto da SGA del valore delle testimonianze storiche in relazione all'evento descritto. L’attribuzione del codice di classificazione del testo si riferisce alle singole informazioni per ogni evento e non all’intero testo.
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F Fonte diretta. Testo scritto da un testimone coevo, fededegno e geograficamente vicino all’evento descritto, la cui testimonianza ha requisiti di attendibilità e autorevolezza.
Può essere:
– letteraria, memorialistica; epigrafica
– documentaria (archivistica) pubblica, ecclesiastica o privata;
– giornalistica (se riporta lettere o cronache dirette);
– naturalistica (rilevazioni dirette);
– scientifica (cartoline macrosismiche, rilevazioni dirette sul campo ecc.).
Fc Fonte cronologicamente vicina all’evento, di autore vicino all’evento (arco della vita), ma geograficamente lontano. Indica tutti i casi in cui una fonte recepisce l’informazione in modo mediato da un altro testo o da passaggi orali dell’informazione, non ricostruibili. Comprende prevalentemente fonti memorialistiche (menzioni locali di effetti sismici direttamente sentiti sono F).
Fi Fonte indiretta. Include:
– testi della storiografia locale particolarmente autorevoli e vicini all’evento;
– fonti narrative di particolare autorevolezza;
– testi giornalistici del tempo.
Fa Fonte apocrifa. Opera che la critica ha dimostrato essere un falso. Questo genere di testi sono inseriti nella bibliografia in quanto utilizzati da precedenti studi sismologici e quindi rianalizzati.
R Repertorio. Elenco di terremoti secondo l’ottica dell’erudizione letteraria e naturalistica. Comprende anche i testi sui “prodigi” tipici dell’inizio dell’epoca moderna e in genere i cataloghi fino a prima dell’Ottocento.
Rf Repertorio con fonte. Questo codice viene attribuito a fonti dirette di informazioni, contenute in un Repertorio (vedi sopra), che di per sé non potrebbe avere il valore di fonte, in quanto è di solito un raccoglitore di informazioni complessivamente tarde e indirette.
C Catalogo. Elenco di eventi compilato per scopi scientifici o naturalistici, dall’Ottocento in poi; può essere basato su spogli di fonti o di opere citate o può non riportare alcuna indicazione delle fonti utilizzate. Può essere descrittivo o parametrico.
Cf Catalogo con fonte. Testimonianza diretta contenuta in un catalogo di eventi, cronologicamente contemporanea all’autore o costituita da osservazioni dirette dell’autore stesso o trascritta integralmente da testi originali.
B Bollettino. Pubblicazione prodotta dall’attività di osservazione o di registrazione di sedi specializzate; tavola di misurazioni; serie anche parziali di rilevazioni inserite in contesti diversi (atti di accademie, articoli ecc.). Le osservazioni sugli effetti o fenomeni riportate nei registri degli osservatori sono state considerate F o Fi, secondo i casi.
Ig Informazione generica. Segnala un’informazione contenuta nella tradizione storiografica minore (storie locali), nella memorialistica non coeva o nella storiografia antiquaria quando la distanza cronologica dall’evento e la genericità dell’informazione non autorizza a ritenere che il dato sia supportato da fonti note all’autore. Questo codice segnala un tipo di dato da sottoporre a ulteriori verifiche e da interpretare come traccia per ulteriori ricerche.
St Studio storiografico. Comprende contributi di storici (non necessariamente nell’accezione della storiografia critica recente), studi specifici su eventi del passato o su aspetti contestuali di storia economica, demografica, sociale ecc. utilizzati per migliorare l’analisi degli effetti.
Bs Bibliografia scientifica. Comprende studi coevi condotti all’interno di un quadro cognitivo e interpretativo teorico, a partire dall’Ottocento, e studi recenti su eventi del passato.
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La struttura, di tipo
gerachico, dei collegamenti della base dati GIANO (realizzata dalla SGA) si
presenta in modo semplificato come nel grafico. Tre archivi principali:
Archivio località, Archivio bibliografico e Corsi d'acqua monti,vulcani
costituiscono i riferimenti principali della base dati. Tre tabelle: Valore
della testimonianza, Effetti e Fenomeni raccolgono rispettivamente: gli oltre
100 fra fenomeni ed effetti presi in considerazione dalla ricerca (sintetizzati
in tabella 1) e le classi di valore della testimonianza elencate nella tabella
2.
L'Archivio testi (B) raccoglie le parti di testo dell'opera catalogata nell'Archivio A suddivise per effetti ed eventi. L'Archivio Località testi (C) articola ulteriormente il testo dell'Archivio B secondo le diverse località, aree amministrative o geografico-culturali e fiumi, monti o vulcani citati nel testo.