LINEA DI RICERCA 3
(Resp. Prof. Franco Siccardi)
RAPPORTO TRIENNALE 1996-98
U.O. 3.30 Co.Geo. Umbria S.c.r.l.
(Resp. Scient. dott. Oliviero Lolli)
0. PREMESSA
Il triennio 1996-1998 ha visto l'Unità Operativa 3.30 impegnata in più attività di ricerca concentrate nell'ambito del Progetto AVI (Aree Vulnerate Italiane). In particolare, nel corso dei tre anni di riferimento sono stati affrontati e conclusi i seguenti oggetti di ricerca:
1. SVILUPPO DEL PROGETTO AVI
1.1 Obiettivi
L'attività si è svolta in stretta connessione con l'U.O. omologa 3.29 (SGA Genova) e sotto lo stretto coordinamento del CNR-IRPI di Perugia (Coordinatore del Progetto dott. Fausto Guzzetti). Alla nostra Unità Operativa sono state affidate le attività e le azioni inerenti le seguenti 10 regioni: Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Sicilia, Umbria, Veneto. L'obiettivo principale perseguito è stato quello di sistematizzare il Progetto AVI nel suo complesso, sia per incrementarne, migliorarne ed omogeneizzarne il contenuto informativo, sia per ottimizzarne l'utilizzo e la reale fruibilità nei confronti di diverse tipologie di utenti esterni. L'attività ha pertanto perseguito l'ampliamento della base dati (sia attraverso azioni di aggiornamento, sia attraverso l'estrazione ed il recupero di informazione fino ad allora mascherata e contenuta nelle schede cartaceee di notizia S0) e la progressiva validazione del contenuto dell'Archivio. Tutti gli obbiettivi attesi, anche se in misura diversa, sono stati raggiunti. In particolare, l’aggiornamento e la validazione dell’archivio digitale hanno permesso di incrementare in modo significativo il contenuto informativo dell’archivio stesso. L'incremento nel numero di informazioni è stimabile in 20-30%. Recenti test sviluppati nell'ambito della ricerca stessa e mirati a valutare il grado di completezza dell'archivio permettono di affermare che il catalogo, almeno per quanto riguarda gli eventi di frana che hanno causato vittime dopo il 1950, è stazionario e quindi completo ed utilizzabile come strumento predittivo.
1.2 Attività svolta
1.2.1 Estensione del progetto AVI al 1994
L'attività di aggiornamento per gli anni 1991-1994 si è svolta attraverso il recupero e l'analisi dell'informazione di tipo cronachistico. Sono stati analizzati 29 diversi quotidiani (fra edizioni nazionali e locali) in 7 diverse Emeroteche recuperando circa 3900 schede di articolo relative alle 10 regioni di competenza della nostra Unità Operativa. Nel complesso, rapportandosi ai risultati ottenuti durante la fase di censimento AVI relativa al periodo antecedente il 1991, la ricerca ha permesso di ottenere un rilevante incremento quantitativo dell'informazione censita ed una contemporanea omogeneizzazione della stessa. Tali aspetti sono da mettere in relazione all'ampio spettro di testate consultate, effettivamente rappresentative di aree regionali o di porzioni di esse: ciò si è espresso nella tendenza ad analizzare, per quanto possibile, quotidiani di valenza provinciale.
1.2.2 Revisione, attualizzazione, sintesi e fruibilità per le pubbliche amministrazioni
Questo oggetto ha reso necessari:
L'attività di validazione effettuata nel corso del triennio ha riguardato:
1.2.4 Analisi di completezza dell’Archivio AVI
Con lo scopo di avviare un adeguato sviluppo dello strumento
AVI nell'ambito di analisi di tipo previsionale, è stata effettuata,
in collaborazione con i ricercatori della U.O. 3.29, una prima ipotesi
di gerarchizzazione degli eventi di frana ed un test di completezza del
Catalogo Nazionale. Ciò al fine di promuovere studi atti a definire
il dato storico non solo in termini di localizzazione e ricorrenza, ma
anche in termini di intensità, in altre parole, di quantizzazione
del danno prodotto. Si è definita pertanto una prima classificazione
degli eventi censiti in base al danno prodotto. E' stato quindi effettuata,
in via sperimentale, l’analisi di completezza del Catalogo Nazionale
delle Frane applicando metodologie già utilizzate da altri ricercatori
sui cataloghi storici dei terremoti, partendo da quanto suggerito da Carl
Stepp (1973). Il risultato dell’elaborazione sviluppata consente di definire
l’intera serie di dati relativa agli eventi di massima intensità
(danni alle persone), compresa nel sottointervallo T (1950-1994), come completa. Alla luce di queste considerazioni, pur tenendo conto
di tutti i limiti comunque presenti ed introdotti nel corso della ricerca,
è possibile definire il Catalogo come ragionevolmente predittivo per la Classe di eventi di massima intensità. La possibilità
prospettata di utilizzare il Catalogo come strumento predittivo
apre di fatto scenari nuovi di utilizzo del dato storico in chiave dinamica:
associare cioè una previsione eseguibile (quella meteorologica)
ad una previsione non eseguibile (per esempio quella geologica).
Un tale uso dell'informazione AVI presuppone l'avvio di ulteriori studi
mirati al recupero di informazione storica legata a particolari eventi
ed alla conseguente costruzione di scenari pregressi di frana e di inondazione.
La realizzazione di simili Rapporti di Evento identificativi degli effetti
al suolo prodotti da inondazioni e frane, consentirà un confronto
con i dati relativi a campi meteorologici storici, oggi disponibili (a
partire dal 1945) attraverso il data base del NCAR-US.
Perugia, 29 aprile 1999